Disturbi comportamentali

Nella categoria dei disturbi del comportamento confluisce una svariata gamma di condotte socialmente disfunzionali, quali aggressività, impulsività, oppositività e iperattività, che possono caratterizzare il comportamento dei bambini in età prescolare e scolare.

Tali problematicità comportamentali talvolta riguardano episodi isolati o delicate fasi evolutive temporanee; tuttavia, in alcuni casi, possono rappresentare il preludio a disturbi psicopatologici successivi.

Come si manifestano i disturbi del comportamento

Un bambino con disturbi del comportamento alla scuola dell’infanzia spesso viene definito iperattivo: fatica a rispettare le regole, a stare fermo, infastidisce, cambia continuamente attività e pare refrattario a qualunque rimprovero. Alla scuola primaria può diventare oppositivo, provocatorio o aggressivo verso i pari.

Quando le infrazioni alle regole sociali diventano frequenti è importante indagare gli aspetti psicologici e relazionali del bambino per prevenire l’insorgenza di problematiche maggiori. Si potrebbe trattare di un Disturbo di Attenzione/Iperattività (ADHD), di un Disturbo Oppositivo/Provocatorio (DOP) o di un Disturbo della Condotta (DC).

Come intervenire

Le origini dei disturbi del comportamento possono essere di diversa natura. Per elaborare strategie di intervento efficaci, è necessaria un’attenta osservazione di questi comportamenti, così da comprenderne a fondo le cause e individuare le risorse più adatte da mettere in campo.

La valutazione delle difficoltà comportamentali del bambino si articola in una serie di colloqui, nella compilazione di questionari e nella somministrazione di prove specifiche. L’intervento prevede il coinvolgimento del bambino e soprattutto degli adulti di riferimento (genitori e insegnanti) al fine di costruire alleanze e contratti comportamentali.

Di seguito, alcuni dei disturbi del comportamento più comuni.

ADHD – Disturbo da deficit di attenzione e iperattività

Il bambino con Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD – Attention Deficit and Hyperactivity Disorder) fatica a mantenere l’attenzione e la concentrazione, è iperattivo e impulsivo.
In tempi recenti, l’ADHD in diversi contesti scolastici italiani è un disturbo spesso portato all’attenzione delle famiglie anche da parte degli insegnanti.

Non è una variabilità di temperamento del bambino, né una fase transitoria della sua crescita. Non è nemmeno l’effetto di una inadeguata disciplina educativa. Si tratta bensì di un vero e proprio disturbo comportamentale che va diagnosticato da uno specialista in grado di suggerire gli strumenti più idonei per migliorare il benessere e l’adattamento del bambino e della sua famiglia nei diversi contesti di vita.

Numerose famiglie con casi di ADHD si rivolgono al mio studio per richiedere un’analisi del disturbo fatta con la dovuta attenzione e perizia.

Sintomi dell’ADHD

  • Disattenzione: frequenti errori di distrazione, perdita degli oggetti, fatica nell’organizzazione, nel portare a termine le attività e nel seguire le istruzioni, alta suscettibilità a stimoli esterni
  • Iperattività: bisogno di muoversi di continuo, difficoltà a giocare tranquillamente, eccessiva loquacità
  • Impulsività: difficoltà ad attendere il proprio turno di parola, frequenti interruzioni e intromissioni in attività di coetanei e adulti

Percorso diagnostico e terapeutico

Attraverso colloqui strutturati, questionari e test con i genitori, gli insegnanti, il bambino si raccolgono e si integrano le informazioni necessarie per diagnosticare il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Si individua successivamente il percorso terapeutico più idoneo per supportare il minore e gli adulti di riferimento.

L’intervento è diversificato in base all’età del minore:

  • bambini: si effettua il parent training ai genitori, la consulenza agli insegnanti e gli esercizi con il bambino per favorire il controllo dell’attenzione e dell’impulsività;
  • adolescenti: si mira a far acquisire una maggiore consapevolezza del proprio stile comportamentale e relazionale per applicare strategie adattive nel proprio contesto di vita.

DOP-Disturbo oppositivo provocatorio

Il Disturbo oppositivo-provocatorio (DOP) si manifesta in bambini che assumono comportamenti ricorrenti e prolungati nel tempo (per un periodo di almeno sei mesi) marcatamente provocatori e disubbidienti, senza sfociare in atti di devianza, manifestazioni aggressive o antisociali più estreme come nel caso del Disturbo della Condotta (DC).

Il DOP può emergere anche a 7-8 anni d’età, mentre il Disturbo della Condotta si manifesta solitamente verso i 12 anni. Spesso questo disturbo del comportamento si palesa quando il bambino esce dai suoi contesti di vita e comincia a interagire con un mondo adulto esterno al proprio nucleo familiare.

Pertanto il Disturbo oppositivo-provocatorio, nel mio studio, spesso viene portato all’attenzione delle famiglie dagli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria.

Sintomi del DOP

I bambini con DOP presentano atteggiamenti caratterizzati da disobbedienza, sfida e ostilità.

Generalmente i sintomi principali e ricorrenti sono i seguenti:

  • Accessi d’ira insolitamente frequenti e marcati per il livello di sviluppo
  • Litigiosità frequente con gli adulti e disobbedienza alle richieste e agli ordini
  • Azioni deliberatamente volte a irritare le persone
  • Vendicatività e atteggiamento dispettoso, suscettibilità

Percorso diagnostico e terapeutico

Di fondamentale importanza sono i colloqui con i genitori e gli insegnanti che, insieme all’osservazione del bambino, forniscono gli elementi necessari per formulare un quadro dettagliato della situazione e diagnosticare eventualmente il disturbo oppositivo-provocatorio (DOP).

Si individua successivamente il percorso terapeutico più idoneo per supportare il minore e gli adulti di riferimento nella messa in atto di pratiche genitoriali adatte a migliorare le condizioni.

DC-Disturbo della condotta

Il minore con Disturbo della Condotta (DC) persiste nell’assumere atteggiamenti aggressivi e provocatori che infrangono le norme sociali e minano gli altrui diritti. Non si tratta di “marachelle” infantili bensì di comportamenti persistenti che hanno inevitabili ricadute negative sulla vita familiare, sociale e scolastica del minore.

Insegnanti e famiglie che sospettano di trovarsi in presenza di chiari segnali riconducibili al Disturbo della Condotta si rivolgono al mio studio per sottopormi la propria preoccupazione.

Sintomi del Disturbo della Condotta

Il vasto panorama dei comportamenti che testimoniano il sussistere del Disturbo della Condotta è caratterizzato da una generalizzata violazione di norme, regole e diritti.

Le manifestazioni ricorrenti sono:

  • Aggressioni a persone o animali: il minore è prepotente, minaccia, molesta o intimorisce gli altri anche con l’uso di armi o oggetti contundenti; innesca liti e colluttazioni; è fisicamente crudele con persone, cose e animali; ruba affrontando la vittima; forza qualcuno ad attività sessuali
  • Distruzione della proprietà: appicca incendi; distrugge e deturpa deliberatamente le cose altrui
  • Frode o furto: spesso mente e raggira le persone; ruba e invade l’altrui proprietà non di rado attribuendo ad altri i propri errori e comportamenti sbagliati
  • Gravi violazioni di regole: trascorre fuori la notte nonostante le proibizioni; fa assenze a scuola; fugge da casa.

Percorso diagnostico e terapeutico

Attraverso colloqui e questionari con i genitori, gli insegnanti e il minore si raccolgono e si integrano le informazioni necessarie per diagnosticare il disturbo.
Si individua successivamente il percorso terapeutico più idoneo per supportare il minore e gli adulti di riferimento.

L’intervento prevede uno spazio individuale riservato al ragazzo e il coinvolgimento di genitori, insegnanti e, quando necessario, dei Servizi Sociali.