Prima Consulenza

Bambini e adolescenti

I genitori possono richiedere una prima consulenza perché preoccupati per le situazioni di disagio sperimentate dai figli in ambito emotivo-relazionale, comportamentale o nell’apprendimento scolastico – o in altri casi su suggerimento della scuola o del pediatra.

La prima consulenza consiste in un colloquio dedicato ai genitori e in un’osservazione / colloquio con il minore così da capire e analizzare insieme la situazione, formulare una prima lettura del problema presentato e fornire alcune prime indicazioni.
Può essere realizzata in 1-2 incontri o rappresentare l’inizio di un percorso valutativo di approfondimento specifico.

Al primo colloquio è preferibile la presenza di entrambi i genitori: in questo modo è possibile raccogliere più informazioni rispetto al problema presentato.

Adulti

Scopo principale del primo colloquio, e compito primario del terapeuta, è aiutare il paziente a circoscrivere le difficoltà che hanno portato a chiedere aiuto. Nel corso del colloquio anche il terapeuta si presenta e guida il racconto del paziente con domande mirate a raggiungere l’obiettivo. Molte persone credono di dover parlare a ruota libera per un’ora e spesso sono preoccupati di non sapere come riempire quello spazio. A seconda dell’andamento del colloquio e della problematica riportata, lo psicologo approfondirà alcuni aspetti e potrebbe chiedervi di fare degli esempi concreti o di raccontare la prima o l’ultima volta in cui il problema si è presentato.

Il primo colloquio con lo psicologo sarà principalmente focalizzato sul problema portato dal paziente e su una sua migliore definizione, pertanto gli aspetti da trattare saranno diversi. Si chiarirà, oltre alla motivazione che ha portato alla ricerca di un professionista, anche il decorso del problema (se e come è cambiato nel corso delle ultime settimane), l’esordio e la durata (da quando è presente), le persone coinvolte e le ripercussioni sulla vita quotidiana. Mediante il colloquio con lo psicologo, il paziente inizia a vedere le proprie problematiche in una nuova prospettiva e pensabilità (può cominciare, per esempio, a pensare alle parti di sé meno accettabili, riconoscendone l’esistenza).

Nel corso del colloquio, tenendo a mente l’obiettivo della conoscenza, lo psicologo raccoglierà una prima anamnesi (storia di vita del paziente) chiedendo al paziente di raccontare alcuni aspetti della propria vita attuale e passata, come ad esempio la storia familiare, lavorativa, scolastica e medica. A tal proposito, eventuali precedenti interventi psicologici o psichiatrici possono essere comunicati e analizzati per determinare che cosa abbia o non abbia in passato avuto un’utilità.

Altro obiettivo fondamentale del Primo colloquio, e che riguarda soprattutto il terapeuta, è capire se la metodologia e le tecniche usate dal terapeuta possano essere utili per il paziente e per la sua specifica problematica. In caso contrario, sarà cura del terapeuta aiutare il paziente a trovare un terapeuta più adatto a lui, motivando la propria decisione e indirizzandolo verso chi potrà offrirgli maggiori probabilità di recupero del benessere. 

In sintesi, il Primo Colloquio è una danza tra accogliere e raccogliere, con l’attenzione al cogliere: in questa danza,  il ritmo è dato dalla sintesi tra la musica suonata dal paziente e quella suonata dallo psicologo, dove quest’ultimo ha la responsabilità di cercare lo stile che sia in grado di portare Armonia nella maniera più efficace possibile.